Dalla medicina di genere ad un genere di medicina. Storia di un’avventura tutta al femminile: l’arteterapia presso l’SSD Oncologia P.O. Martini, Torino

La nostra storia si sviluppa all’interno della ASL Città di Torino: quattro donne danno vita ad un progetto a costo 0, semplicemente “ottimizzando” (si dice così) risorse preziose aziendali. Non abbiamo deciso noi che dovevamo essere tutte donne ad intraprendere questa iniziativa; non abbiamo deciso noi che il sesso delle pazienti con facoltà di partecipare al progetto sperimentale, dell’arteterapia – Ri-nascere come un Fior di Loto, fosse quello femminile, ma le cose a volte semplicemente accadono; probabilmente è una questione di sensibilità.

Quando le donne sul lavoro, come nella vita, trovano il terreno fertile di solidarietà, intelligenza e intraprendenza, seminano speranza, competenza e fiducia e raccolgono uno sguardo di riconoscenza e un sorriso che restituiscono il senso del lavoro che tutti i giorni affrontiamo.

E questa è una storia femminile, nata per caso, dall’esigenza positiva di Gabriella, assistente sanitaria – arteterapeuta del Dipartimento di Prevenzione di voler mettere a frutto la sua esperienza e professionalità nell’aiutare le persone attraverso l’arteterapia. Un desiderio quello di Gabriella “intercettato” da Loredana, che in azienda si occupa di comunicazione per la rete oncologica, la quale ne parla con Stefania, responsabile SSD Oncologia P.O. Martini, per sviluppare un possibile progetto con i pazienti oncologici nella fase di follow up.

Ma la vita a volte ci parla e Stefania conosce Monia che, proprio in oncologia, sta preparando la sua tesi di diploma del Corso di formazione in facilitazione della relazione di aiuto indirizzo psicosintetico: “Creatività e potenziale umano: crescere attraverso le forme”.

Ne nasce un incontro a quattro durante il quale Loredana e Stefania assistono ammirate alla sinergia, all’entusiasmo, alla propositività di Gabriella e Monia. Da lì a poco il progetto: ArteTerapia – Ri-nascere come il fior di Loto.

Abbiamo dovuto superare alcuni momenti di impasse come la ricerca del luogo dove svolgere l’attività; ma l’aiuto è arrivato da un’altra donna, direttore sanitario del presidio ospedaliero Martini, Elisabetta, che ha messo a disposizione, pensate, la sala riunioni della direzione. Una sala riunioni che in alcuni giorni diventa un luogo magico, si riempie di cartoncini colorati, pennarelli, pastelli, tempere, pennelli, materiali naturali e di riciclo attraverso i quali è possibile dar forma a pensieri, sentimenti e stati d’animo.

Attraverso il disegno, il collage, la pittura e il colore “tutte le parole”, anche quelle mute, possono essere espresse: “scatti di quotidianità”, paure, dolori, gioie e speranze si mescolando ai colori, alcune volte alle lacrime, tante volte alle risate, alla complicità e alla voglia di vivere delle partecipanti.

L’arteterapia, un genere di medicina senza controindicazioni, facilita l’autoespressione, la riflessione, il cambiamento, la crescita personale. Permette alle persone di trovare senso agli accadimenti della propria vita facendoli diventare più comprensibili e affrontabili, partendo anche solo dal mondo della fantasia, aumenta l’autostima, fattore “generalmente” protettivo per la salute di tutti e, se è medicina di genere, ci piace di più.

Il team ArteTerapia

Moina Ferrato, Gabriella Garra, Loredana Masseria, Stefania Miraglia