Inaugurato a Brescia un Centro di documentazione e informazione sulla salute di genere

Colloquio con

Annalisa Voltolini

Dirigente Medico
Ortopedia ASST Spedali Civili di Brescia
Presidente CUG e referente Aziendale Medicina di Genere ASST Spedali Civili di Brescia
annalisa.voltolini@asst-spedalicivili.it

Annalisa Voltolini ci parla del nuovo Centro di documentazione e informazione sulla salute di genere, per l’implementazione sul territorio della medicina genere-specifica come modello di appropriatezza e personalizzazione nelle cure, per una salute a misura di donne e uomini nel loro ambiente di vita e mettendo in rete i saperi.

Come è nato il Centro?

è ormai da oltre quattro anni che mi occupo di sensibilizzare il personale sanitario dell’Azienda dove lavoro come ortopedica e dove sono referente per la Medicina di genere, attraverso momenti informativi e formativi che hanno portato, ad esempio, alla realizzazione di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali “gender oriented”.

Sono convinta che prestare attenzione alle differenze di genere rappresenti una grande opportunità per migliorare la salute di tutti e accresca la sostenibilità delle cure e che, quindi, sia strategico diffondere la medicina di genere e renderla operativa su tutto il territorio, cercando di coinvolgere anche i medici di medicina generale.

L’idea di costituire un Centro di documentazione, quale laboratorio aperto al territorio, al personale sanitario, ai cittadini, alle istituzioni e associazioni per favorire l’applicazione e la diffusione della medicina di genere, è nata parlando con una collega, la dottoressa Donatella Albini, ginecologa e consigliera delegata alla salute per il Comune di Brescia.

Grazie alla collaborazione di altre donne, in pochi mesi il progetto ha preso forma ed è stato realizzato: la dottoresse Elisabetta Donati, sociologa e presidente della Fondazione Casa Industria Onlus, una residenza sanitaria assistenziale, ha messo a disposizione i locali arredati (ufficio, sala conferenze e due cortili per incontri estivi) presso la sede amministrativa della Fondazione, un palazzo nobiliare nel centro storico; altre due amiche, in qualità di presidenti del Soroptimist International d’Italia, club di Brescia, e del Gruppo italiano per la lotta alla sclerodermia (GILS), hanno messo a disposizione i primi fondi per l’avvio del Centro. L’Università Cattolica ha destinato al progetto alcune ore del tempo di una ricercatrice, la dottoressa Caterina Braga, all’attività e apertura del Centro. Ben presto hanno dato la disponibilità a collaborare, a titolo gratuito e volontaristico, numerose altre colleghe, con diverse specializzazioni, ospedaliere e universitarie, tra cui la delegata del Rettore della Statale alla ricerca e la delegata alla didattica e scuole di specializzazione; farmaciste e farmacologhe, psicologhe e la direttrice della biblioteca medica della mia Azienda.

Il 22 maggio scorso abbiamo inaugurato il Centro alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni sanitarie e pubbliche, con madrina l’Onorevole Paola Boldrini, prima firmataria della proposta di legge 12/2/16 sulla diffusione della medicina di genere.

Il prossimo passo sarà quello di costituirci come associazione ONLUS con uno statuto e un consiglio direttivo, per poterci iscrivere all’Albo regionale delle Associazioni e partecipare ai bandi per la ricerca di finanziamenti.




Quali obiettivi si pone il Centro?

Il Centro intende promuovere azioni di sensibilizzazione, di informazione, di formazione e di divulgazione scientifica sulla salute di genere oltre ad azioni pratiche di applicazione in tema di salute di genere. La struttura ha l’obiettivo di porsi quale punto di riferimento e nodo centrale di una rete di professionisti, ricercatori e studiosi che vogliono affrontare le differenze di genere da più punti di vista: sociale, ambientale, economico e della salute, con un’ottica globale sul tema della “diversità di genere”.

Il Centro ambisce a essere un luogo di confronto della ricerca dove la scienza medica, l’economia e la politica, la pedagogia e la sociologia, le scienze fisiche e biologiche, studiosi, studenti e cittadini scambiano conoscenza e si confrontano per capire la complessità delle questioni legate alla diversità di genere. La nostra iniziativa vuole essere una realtà all’interno della quale elaborare linee di orientamento e azioni informative e divulgative, dove la ricerca si intreccia ai problemi che la realtà ci chiede di affrontare sui temi della salute, dell’ambiente, del lavoro, della famiglia, degli stili di vita, del welfare e della politica, in un circuito fecondo di crescita della conoscenza comune e di attività di disseminazione per raggiungere il maggior numero di cittadini e cittadine. La promozione della salute coinvolge tutti gli attori della comunità e richiede loro una nuova capacità di analisi delle relazioni tra società, istituzioni, imprese, ricerca e formazione secondo una molteplicità di criteri e metodi nei quali convergono gli approcci di tipo scientifico, socio-pedagogico e politico-economico. Auspichiamo così di contribuire ad aumentare la capacità di ciascun individuo di prendersi cura di sé stesso, di meglio comprendere l’importanza di essere protagonisti della propria salute, cercando occasioni per conoscere, confrontare e modificare i propri stili di vita; fare della buona prevenzione significa condividere conoscenza, informazioni e dati, sia nella ricerca scientifica sia nella pratica clinica, favorendo l’empowerment del paziente e della sua famiglia in una dimensione comunicativa. In questo ambito si vuole dare vita a una buona interazione fra scienza e comunicazione con la società civile, esigenza fortemente sentita nell’ambito dei temi trattati.

A chi si rivolge il Centro?

Il Centro, aperto alla collaborazione di tutti, è aperto al pubblico tre giorni alla settimana; ha un proprio numero di telefono fisso e mobile e un indirizzo mail (medicinadigenere@fondazionecasaindustria.it). Si rivolge soprattutto al personale medico e sanitario, a ricercatori e studenti, ma si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare e informare anche tutti i cittadini, singolarmente o attraverso le associazioni. Il Centro si propone, per il futuro, di creare sinergie e scambi di buone prassi con Osservatori e Centri analoghi eventualmente esistenti sul territorio nazionale ed europeo. Si prevede anche la creazione di un sito internet, attraverso il quale creare collegamenti ai social. È prevista la produzione di materiale di comunicazione (cartaceo e online) quali brochure, video, pubblicazioni, articoli e di un quaderno del Centro, per informare sulle attività svolte e in programmazione.




Quali sono i rapporti del Centro con il territorio?

Al fine di perseguire l’obiettivo principale di fungere da luogo di confronto, di divulgazione scientifica e di promozione di azioni informative e formative sulla salute e differenze di genere, che possano poi generare azioni pratiche di applicazione, è stata ipotizzata una strategia di azioni che prevede la creazione del centro di raccolta documentale e attività formative e informative per la realizzazione delle quali è fondamentale il rapporto col territorio. Per questo è stata creata una rete con le istituzioni locali e sanitarie pubbliche e private convenzionate, con le Università Statale e Cattolica, con l’Ordine dei Medici e i Collegi Infermieri e Ostetriche, con le Associazioni femminili (tra cui l’Associazione italiana donne medico ed il Soroptimist) e dei malati (tra cui il GILS), con i quartieri e con i media locali. Gli incontri formativi e informativi saranno anche l’occasione per dar voce a giovani ricercatori e studenti che potranno presentare i loro lavori in tema di medicina genere specifica.

Parallelamente si vuole creare nella collettività una nuova cultura della “salute” non solo clinica, ma anche sociale, cercando di aiutare a individuare domande di cure più appropriate, per le quali sono necessarie risposte integrate. Per fare questo, nella logica di comunità, si è data vita a una rete di relazioni con le principali realtà sul territorio, con le quali collaborare al fine di progettare, organizzare e gestire al meglio progetti e iniziative.

Come interagisce il Centro con le istituzioni e con le Aziende sanitarie?

Una delle prime azioni del Centro è stata quella di costituire una rete con gli attori istituzionali della città: Comune e Provincia di Brescia, ATS e ASST Spedali Civili, Fondazione Poliambulanza e Istituti ospedalieri gruppo San Donato, cioè con gli Enti locali e le Aziende sanitarie pubbliche e private convenzionate e con la facoltà di Medicina, con i suoi centri di ricerca.

Dal mondo della sanità e dagli Enti locali ci si aspetta una maggiore capacità di interpretare il proprio tempo storico, la propria società, le proprie possibilità scientifiche e cercare un accordo sociale. Attraverso l’attività del Centro si vuole diffondere la capacità, per l’attività medica, di ripensarsi rispetto alla complessità del soggetto malato, inteso come essere e persona, e alla necessità di mettersi in relazione col soggetto. In tutto questo svolge un ruolo di particolare innovazione l’approccio di genere alla salute. In tal senso quello che ci si aspetta dal progetto è la diffusione dell’idea di una salute di genere come salute delle differenze e non delle disuguaglianze. In riferimento alla salute di genere, si evidenzia l’importanza di far interagire ricerca, applicazione, formazione, divulgazione delle conoscenze. Abbiamo preso contatti con il Centro di riferimento per la medicina di genere del­l’Istituto Superiore di Sanità e abbiamo in programma di avviare rapporti con alcune società scientifiche.

In cosa si è concretizzata a oggi l’attività del Centro?

Nelle pochissime settimane dall’apertura del Centro è stata portata avanti la raccolta documentale, sono stati sottoscritti abbonamenti a riviste e newsletter, si sono mantenuti i rapporti con i partner della Rete e si sono intessute nuove collaborazioni e relazioni. Abbiamo anche predisposto e presentato un progetto per un bando di finanziamento aperto da una Fondazione locale e avviato le pratiche per la costituzione in Associazione. Nel frattempo abbiamo elaborato un programma di incontri formativi ed informativi rivolti al personale medico e sanitario con ECM in collaborazione con l’Ordine dei Medici ad esempio sulle diversità e specificità di genere nelle malattie auto immuni e nelle epatopatie e rivolte ai cittadini con cadenza mensile..

La ricercatrice che opera nel Centro, che prosegue nella sua formazione sulla medicina di genere, ha ricevuto le prime utenti: due hanno chiesto informazioni generali sul Centro, una studentessa di medicina ha chiesto un supporto per la tesi di laurea, un’altra già laureata, per la tesi di specializzazione e altre due per un progetto in via di elaborazione che verrà presentato per un eventuale finanziamento. Intanto procediamo con incontri dei rappresentanti dei quartieri per farci conoscere e ricevere sollecitazioni e idee.




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