L’attenzione al genere: una scelta strategica per l’appropriatezza

Beatrice Lorenzin

Ministro della Salute

Sono da poco trascorsi 20 anni dalla IV Conferenza delle Nazioni Unite sui diritti delle donne svoltasi a Pechino nel 1995 che indica ancora oggi il percorso ottimale per promuovere eguaglianza ed equità tra donne e uomini anche in materia di salute.

Nella Conferenza di Pechino emerse l’esigenza di inserire una prospettiva di genere in ogni scelta politica, in ogni atto di programma, in ogni azione di governo, per mettere al centro della formulazione delle politiche e dello sviluppo sociale la reale condizione di vita di donne e uomini e aumentare la capacità delle donne di compiere scelte consapevoli per la loro salute.

L’approccio di genere in sanità punta all’appropriatezza nella prevenzione, nella diagnosi, nella cura e nella riabilitazione non solo delle malattie tipiche femminili ma anche, e soprattutto, di quelle comuni a uomini e donne, come le malattie cardiovascolari, i tumori o il diabete.

Nel recente documento OMS “Salute 2020: un modello di politica europea”, il genere viene riconosciuto fattore determinante ed essenziale in quanto lo stato di salute, il benessere e la sua percezione, la promozione della salute, l’insorgenza delle malattie e il loro decorso, gli approcci terapeutici e la loro efficacia sono diversi tra le donne e gli uomini.

Riconoscere le differenze non solo biologiche ma anche relative alla dimensione sociale e culturale del genere è essenziale per delineare programmi e azioni, per organizzare l’offerta dei servizi, per indirizzare la ricerca, per raccogliere e analizzare i dati statistici, ma anche per informare e comunicare in maniera corretta e completa.

È necessario quindi orientare l’intervento di salute con una maggiore attenzione a come comprendere meglio la domanda di salute della donna rispetto all’uomo, come qualificare l’offerta, come organizzare il processo formativo, come indirizzare e sollecitare la ricerca in questo campo.

La dimensione di genere nella salute è quindi una necessità di metodo e analisi, ma diviene anche strumento di governo di sistema, ad esempio con l’adozione di bilanci economico-finanziari di genere, non sempre formulati in base a statistiche, per l’appunto, adeguatamente differenziate

È cruciale promuovere la ricerca sull’impatto che le differenze di genere hanno sulla genesi delle patologie, sulla loro diagnosi, sul trattamento e sulla aderenza terapeutica per le più comuni malattie di rilevanza sociale; sebbene vi siano importanti differenze tra uomini e donne, è essenziale comprendere maggiormente tali diversità e tradurle in risposte terapeutiche personalizzate per garantire efficacia, sicurezza, aderenza e appropriatezza.

In linea con l’approccio dell’OMS per la medicina di genere “in tutte le politiche”, la salute della donna, obiettivo strategico dei programmi ministeriali, non viene perseguito solo attraverso la promozione del benessere riproduttivo, l’assistenza nel percorso nascita e la salute della mamma con il suo bambino, ma anche con un approccio alla salute di tipo life-course considerando, per esempio, i rischi collegati al periodo post-fertile, come quello osteoporotico e cardiovascolare, oltre alla prevenzione dei tumori e delle patologie a trasmissione sessuale.

La salute delle donne è una misura della qualità, dell’efficacia e dell’equità del nostro sistema sanitario e rappresenta un obiettivo strategico generale.

Siamo tutti consapevoli, infatti, dell’importanza del ruolo delle donne all’interno della famiglia quali attori strategici per l’adozione di stili di vita corretti e salutari e del ruolo delle stesse nell’importante compito di prevenzione, cura e riabilitazione delle patologie che colpiscono l’ambito familiare.

Nonostante ciò, le donne non trovano sempre una risposta, all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, alle loro specifiche esigenze a causa di modelli organizzativi spesso troppo aggregati e distratti rispetto alle esigenze di genere.

Ritengo che il nostro servizio sanitario debba adottare un approccio di genere e costruire una cultura medica, infermieristica e amministrativa capace di articolare una vera prospettiva di genere, come fondamento di un’equità di sistema reale.

Per far ciò è indispensabile promuovere l’attività scientifica e di ricerca in un’ottica di genere, individuando tematiche sulla prevenzione e sui fattori di rischio in aree, come quella cardiovascolare, psichiatrica, respiratoria, di importanza sempre maggiore nella popolazione; adottare procedure di selezione per genere di campioni e soggetti coinvolti in trial clinici per lo sviluppo di presidi diagnostici e terapeutici; sviluppare percorsi di diagnosi e cura definiti e orientati nel genere; formare e informare il personale sanitario a tutti i livelli sulle differenze di genere rilevanti per la sanità; definire procedure per l’inclusione degli aspetti di genere nella raccolta e nell’elaborazione dei flussi informativi e nella formulazione dei budget sanitari.




Il raggiungimento di questi obiettivi implica la capacità del nostro sistema di sviluppare un insieme complesso e intrecciato di competenze, professionalità, esperienze e richiede il concerto dei diversi livelli istituzionali e di decisione politica.

I bisogni sanitari delle donne sono infatti crescenti e di particolare complessità. Riuscire a definirli e a sviluppare risposte adeguate è interesse dell’intero Paese. L’attenzione al genere è infatti una scelta strategica di politica sanitaria volta all’appropriatezza.